1° Puntata – Camerun 1996: LA TENACIA DI UNA MADRE
“Ricordo come se fosse ora, un bambino solare e allegro che era stato accolto all’orfanotrofio di Sangmelima.
Un giorno, mentre ero impegnato nella ristrutturazione della struttura, mi raggiunse Suor Christine, dicendomi che il bimbo stava molto male e andava curato. Mentre la donna lo stringeva al petto, siamo giunti in un piccolo ospedale, dove gli venne assegnato un letto privo di lenzuola e cuscini. I farmaci erano molto esigui e le condizioni estremamente precarie, tanto che la flebo era invasa di formiche che finivano per circondarlo.
Nonostante l’affetto per ogni bambino incontrato fosse indistintamente lo stesso, non posso negare di aver provato un moto di tenerezza speciale nei confronti di quel bimbo così espansivo e dolce. Il dolore nel vederlo in tali condizioni era talmente intenso da non riuscire a tollerare l’evidenza: agli occhi di tutti, stava morendo.
La notte successiva, sotto ad una pioggia incessante, Suor Christine senza nessuna spiegazione prese in braccio il bambino e mi disse “accompagnami!”. Prendemmo la macchina e arrivammo a una capanna, l’interno era illuminato un grande fuoco acceso. Nella penombra delle fiamme, si intravedevano i volti di madri sdraiate accanto ai propri figli malati su letti che rendevano l’ambiente simile ad un ospedale improvvisato.
Un uomo si avvicinò al piccolo, prese della polvere – che successivamente scoprimmo essere ricavata dalla corteccia di un albero – e gliela sparse tra i capelli ed in bocca, invocando gli spiriti. Suor Christine restò tutta la notte col bambino, come le altre madri, per poi partire la mattina seguente con me alla volta di un nuovo ospedale. Tuttavia, nonostante una nuova flebo e cure migliori, le speranze che il piccolo potesse sopravvivere erano pressoché nulle.
Eravamo ormai rassegnati alla sua morte e quando tornai in Italia colmo di tristezza. Improvvisamente, però, il miracolo avvenne! Qualche giorno dopo, infatti, ricevetti una telefonata: il bambino si era ripreso ed era uscito dall’ospedale. Oggi, dopo 25 anni, sta bene e lavora in Camerun, eternamente grato alla vita per aver avuto una seconda opportunità e a Suor Christine essere stata una vera MADRE!”
Mario Verardi